19 febbraio 2011
“Noi siamo gli strumenti di Dio, siamo la penna di Dio, siamo la voce di Dio. È Dio! Noi dobbiamo essere come gli evangelisti in quanto lo Spirito Santo li illuminava a scrivere, li muoveva e li guidava a scrivere quello che voleva lui e a tacere quello che voleva lui. …Se ci lasciamo investire dall’azione dello Spirito Santo procedente dal tabernacolo, per intercessione di Maria che ottiene alla Chiesa lo Spirito Santo, allora diremo delle parole vive” (FSP54, pp. 57-258).
Siamo chiamate a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete. La pastorale nel mondo digitale, deve poter mostrare agli uomini del nostro tempo, e all’umanità smarrita di oggi, che Dio è vicino; che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda.
[La Parola di Dio] potrà così prendere il largo tra gli innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio … affinché, attraverso le nuove forme di comunicazione, Egli possa avanzare lungo le vie delle città e fermarsi davanti alle soglie delle case e dei cuori per dire ancora: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20) (Benedetto XVI)