Conclusione di sr. M. Antonieta Bruscato

Eccoci arrivate, sorelle carissime, alla conclusione dell’Intercapitolo, questo appuntamento istituzionale racchiuso, per un dono «gentile» del nostro Signore, tra due date particolarmente care al nostro cuore: l’anniversario della morte di Maestra Tecla e quello della sua nascita.

Più di due settimane vissute intensamente tra preghiera, ricerca, studio, confronto, condivisione, fraternità, comunione! Giorni belli, aperti alla speranza, sostenuti dal ricordo, dall’amore, dall’incoraggiamento di sorelle, membri della Famiglia Paolina, amici, collaboratori, espressi anche attraverso i numerosi e sempre molto graditi messaggi pervenuti.

Come per ogni evento importante, la conclusione è, in realtà, un altro inizio. Comincia da questo momento, infatti, un tempo di animazione per il coinvolgimento di tutta la congregazione, ma soprattutto il tempo della concretizzazione degli orientamenti e delle priorità che da questa Assemblea sono scaturiti.

Grazie a ognuna di voi per la qualità dell’impegno, la dedizione e la corresponsabilità di-mostrata nelle varie fasi dell’Intercapitolo, tappa fondamentale nel cammino di ridisegnazione. Lo scambio tra noi, fatto nella sincera ricerca del bene, ci ha confermate nell’unità, ma anche nella diversità, nella complementarità: è il senso più pieno e autentico della parola «insieme», che è convergenza di doni, sinergia di forze.

Un grazie speciale vorrei con voi rivolgerlo allo Spirito del Risorto, che ha guidato il nostro cammino, facendoci percorrere a volte strade e sentieri che avevamo pensato o avremmo desiderato diversi. Ma, come dicevo all’inizio dei nostri lavori, lo Spirito soffia dove e come vuole… Siamo certe che il Signore si è «servito» di noi per tracciare sentieri di speranza e di futuro per la nostra vita, per la missione.

In questi giorni, lavorando insieme, confrontandoci e arricchendoci l’una del dono e dell’esperienza dell’altra:

− abbiamo «prestato ascolto», nella prima fase, alla realtà della congregazione, così come è emersa dalla mia relazione e da quella dell’economa generale, ma anche dalle verifiche locali e continentali; una fotografia realistica, come sempre con luci e ombre, contemplata con cuore aperto alla speranza, attento a cogliere il passaggio di Dio in ogni evento: nei sogni realizzati, nel consolidamento delle fondazioni più recenti, nel dono delle vocazioni, nei progressi apostolici; ma anche negli insuccessi, nei ritardi, nelle fatiche, nelle difficoltà;

− ci siamo confrontate con i relatori, che hanno gettato nuova luce sul tema dell’Intercapitolo, radicandoci nella convinzione che, come ci diceva P. Sorge, «chi è abitato dalla Parola ne è trasformato e trasforma, è liberato e libera», sfidate ad «abitare la rete» con la forza prorompente del carisma paolino declinato al femminile, come ci ha esortato mons. Pompili;

− abbiamo pregato e lavorato per «programmare» il prossimo triennio, con una duplice angolatura: da una parte, far progredire la ridisegnazione continentale nelle collaborazioni avviate e nelle nuove configurazioni da consolidare o far nascere; dall’altra sviluppare, a livello di congregazione, la ridisegnazione dei diversi ambiti della vita paolina;

− ci siamo proiettate verso il 10° Capitolo generale (2013), esprimendo al riguardo alcuni suggerimenti.

Ci siamo impegnate, sorelle, e molto, in ordine all’immediato futuro. Ma quello che mi dà gioia è la consapevolezza che tutte le riflessioni elaborate e le decisioni assunte convergono attorno a quei «fari di luce» che stanno illuminando da tempo il cammino di congregazione: la Parola di Dio, la «profezia dell’insieme», la qualità della relazione autorità-obbedienza, la comunicazione, la pastorale vocazionale, la condivisione del carisma con i laici, la missione.

Questo itinerario sfocia ora nella «revisione dell’apostolato alla luce del carisma», che avrà un momento centrale negli Incontri continentali di apostolato-economia (2011-2012). Grazie per l’apporto competente e lungimirante che ci avete offerto in vista della ridisegnazione dell’apostolato. Ogni vostro suggerimento e orientamento ci è prezioso per intraprendere quel processo che ci condurrà a un Progetto apostolico globale per tutto l’Istituto, come ci ha chiesto il 9° Capitolo generale.

Desidero, sorelle, con voi, con quante mi stanno seguendo in videoconferenza, con tutte quelle che mi leggeranno, riprendere brevemente il tema dell’Intercapitolo (Abitate dalla Parola, tracciamo sentieri di speranza) che, come ho già detto nell’introduzione ai nostri lavori, si collega a quello del 9° Capitolo generale: Scelte e amate in Cristo Gesù, comunichiamo la Parola a tutti, ma anche alla parola di Paolo che ha illuminato il processo di ridisegnazione: «Alzati ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare» (At 9,6).

Faccio, per questo, riferimento a una delle priorità che lo Spirito ci ha suggerito: «Far «esplodere» la forza trasformante della Parola che abita in noi e apre sentieri di speranza. A tal fine, nel progetto personale e comunitario privilegiare la frequentazione, l’ascolto, lo studio, il confronto e la condivisione della Parola secondo il metodo verità, via e vita».

La prima parte di questa formulazione è, per così dire, «rivoluzionaria»: far esplodere la forza della Parola… Perché la Parola è esplosiva, trasformante; se trova spazio dentro di noi, se ci abita, trasforma profondamente la vita e ci rende «canali» attraverso cui passa l’azione trasformante della grazia. E la storia diventa «storia di salvezza».

È la Parola che costituisce i «profeti», quegli uomini e quelle donne chiamati a esprimere con tutta la vita la passione di Dio per l’umanità, a leggere i segni dei tempi, a interpretarne il senso, ad aprire al futuro. I profeti sono i «servi» della Parola, nascono dall’ascolto obbediente della Parola.

È interessante notare come − in ebraico, greco e in latino − ascoltare e obbedire siano in realtà la stessa cosa: obbedire è ascoltare, porgere l’orecchio e, quindi, aderire. L’ascolto si fa adesione e scoperta di una relazione. Per questo nel salmo 40 si dice letteralmente, al versetto 7: «Tu mi hai forato l’orecchio», cioè io aderisco completamente a te. È l’esperienza della fede, che nasce sempre dall’ascolto (Rm 10,17).

Chi ascolta la Parola − cioè le fa spazio, si lascia abitare, aderisce ad essa − potrà comunicarla. Si tratta, secondo la bella espressione usata qualche giorno fa don Vincenzo Marras, di curvarci sulla Parola, di attendere con assidua pazienza che il seme germogli, che la vita abiti il grembo. Come ha fatto Maria. E allora, «gravidi di questa Parola, possiamo dire parole che salvano, aprono orizzonti nuovi, sprigionano energie inaspettate; parole che liberano e non parole che imprigionano; parole con «brividi di profezia», perché fanno intravedere, al di là delle nostre parole, la Parola».

Ed è la Parola, che abita cuori rinnovati, a tracciare sentieri di speranza; una speranza capace di plasmare in modo nuovo la vita, di far superare ogni timore, di dare senso anche al nonsenso, perché la speranza, dice Benedetto XVI, è «performativa» (Spe salvi 10). La speranza ha un volto: il volto umano di Gesù Cristo, il Dio incarnato «che ci ha amati sino alla fine? Solo il suo amore – ripete il Papa − ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto» (ivi 31). Tutto, infatti, può cambiare quando si prende sul serio il Dio vivente, per il quale «nulla è impossibile» (Lc 1,37).

Carissime, nei nostri «santi» abbiamo una testimonianza viva di cosa significhi e cosa produca l’essere abitati dalla forza dirompente della Parola. In tempi non meno difficili dei nostri hanno sperato contro ogni speranza perché fondati su una Promessa certa, la cui efficacia non è mai venuta meno: «Non temete, io sono con voi… con la vostra Famiglia, che ho voluta, che è mia, che alimento, di cui faccio parte come capo. Non tentennate! Se anche sono molte le difficoltà» (AD 152, 156).

È la fede di Maestra Tecla, questa nostra cara «madre» che, come ci è stato detto in questi giorni e noi stesse abbiamo più volte sottolineato, dobbiamo impegnarci a far conoscere di più perché ci si rivolga con fiducia alla sua intercessione, imitandola nella sua fiducia filiale, nel suo stile di governo e di relazione, nella profondità della sua vita spirituale, nella sua profezia.

Carissime sorelle, conservo nel cuore tutto ciò che abbiamo vissuto con tanta intensità in questi giorni; faccio mie le vostre attese, le speranza, i desideri di bene, le preoccupazioni. Ancora una volta vi dico: non temete; solo abbiate fede.

Grazie della vostra presenza, della vostra testimonianza; grazie di quello che farete per comunicare i doni ricevuti in questi giorni. Affido a ognuna di voi, con fiducia, il mandato di trasmettere, prima di tutto, l’esperienza vissuta e di coinvolgere tutte le sorelle nei contenuti trattati e nelle priorità assunte. Solo continuando a spingere insieme il «carro» della congregazione, abitate dalla Parola che apre sentieri di speranza, potremo andare là dove ci porta il Signore.

La mia gratitudine va a ogni mia sorella Figlia di San Paolo, per l’impegno di vita e di missione, per la disponibilità a lasciarsi coinvolgere in questo importante disegno di ridisegnazione, per la passione profusa nell’approfondimento delle Costituzioni.

E grazie, di vero cuore, alla commissione che ha preparato l’Intercapitolo; ad Annamaria e a Luz Helena per il coordinamento; alle moderatrici e alle segretarie dei gruppi; alle traduttrici, quelle presenti in questa sala e quelle che, dietro le quinte, hanno reso possibile, in tempi brevissimi, la traduzione dei comunicati e di altro materiale utile.

Grazie alle sorelle delle altre équipe (liturgica, di redazione, informativa, ricreativa, tecnica…) che con semplicità e grande impegno hanno contribuito alla buona realizzazione dei lavori. Grazie alle sorelle del SICOM che hanno permesso che tutta la congregazione partecipasse di questo importante evento. Grazie anche ai sacerdoti che ogni giorno hanno celebrato con noi e per noi l’Eucaristia, offrendoci nell’omelia nutrimento e incoraggiamento per il cammino intrapreso.

Grazie a Lucia per le premure e l’ottima conduzione domestica. Grazie alle sorelle della Casa generalizia e del Corso sul carisma, che in vari modi hanno offerto il loro prezioso servizio.

E grazie a tutti quelli che ci hanno accompagnato e sostenuto con la preghiera, i messaggi, l’offerta quotidiana.

Un grazie speciale desidero rivolgerlo a Battistina, la nostra facilitatrice, che ha condotto i lavori in modo eccellente, con competenza, chiarezza, rispetto, sapienza e pazienza. Ancora una volta, lo Spirito Santo e lei ci hanno condotte alla meta.

E grazie, infine, alle sorelle del mio governo, per la collaborazione e il sostegno.

Concludo con le parole dell’ultimo articolo delle Costituzioni:

Fondate sulla Parola e sapendo in chi abbiamo creduto, proseguiamo con perseveranza, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Preghiamo le une per le altre, affinché il Padre, che ha iniziato in noi quest’opera di santificazione, la porti a compimento fino al giorno di Cristo Signore (Cost. 192).

Con grande affetto.

sr. M. Antonieta Bruscato
superiora generale

Roma, 21 febbraio 2011

 


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